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Quelli che non esistevano più,
quelli di cui non si parla più, perché ci siamo stufati di parlarne.
Quelli: il primo incubo di una serie infinita, la piaga che persiste mentre noi ci lasciamo inebriare dal profumo dell’IMU.

Quelli usano i kalashnikov, in pieno centro, alla luce del sole,
perché è naturale, come respirare;
perché è normale, perché lo è sempre stato.

Mentre tutto va a rotoli e nessuno ha più la forza (o la voglia) nemmeno di inorridire.
Mentre la miseria e la disperazione continuano a limare, con perseveranza e dedizione, quella sottile linea che separa legalità e illegalità, e “pudore” e “senso dello stato” sono parole vuote, rimaste sull’uscio, calpestate, coperte di polvere e di sabbia.
Inutili, come un cimelio rotto che l’Ignoranza ci ha nascosto in soffitta
un giorno, uno dei tanti, in cui eravamo distratti da problemi “più urgenti”.
Quelli che guardano

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5 thoughts on “Quelli.

  1. E’ bello che tu ti sia fermata in questo quartiere.
    Che tu non sia passata oltre, per la tua strada, sfilando accanto ai corpi e al sangue.
    Questo tuo impegno e coraggio, se lo preserverai dall’amarezza, dallo scoraggiamento, dal senso di impotenza, servirà a ricostruire un pezzetto di Italia.

    "Mi piace"

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