Quelli che non esistevano più,
quelli di cui non si parla più, perché ci siamo stufati di parlarne.
Quelli: il primo incubo di una serie infinita, la piaga che persiste mentre noi ci lasciamo inebriare dal profumo dell’IMU.
Quelli usano i kalashnikov, in pieno centro, alla luce del sole,
perché è naturale, come respirare;
perché è normale, perché lo è sempre stato.
Mentre tutto va a rotoli e nessuno ha più la forza (o la voglia) nemmeno di inorridire.
Mentre la miseria e la disperazione continuano a limare, con perseveranza e dedizione, quella sottile linea che separa legalità e illegalità, e “pudore” e “senso dello stato” sono parole vuote, rimaste sull’uscio, calpestate, coperte di polvere e di sabbia.
Inutili, come un cimelio rotto che l’Ignoranza ci ha nascosto in soffitta
un giorno, uno dei tanti, in cui eravamo distratti da problemi “più urgenti”.
E’ bello che tu ti sia fermata in questo quartiere.
Che tu non sia passata oltre, per la tua strada, sfilando accanto ai corpi e al sangue.
Questo tuo impegno e coraggio, se lo preserverai dall’amarezza, dallo scoraggiamento, dal senso di impotenza, servirà a ricostruire un pezzetto di Italia.
"Mi piace""Mi piace"
Speriamo… speriamo davvero.
Grazie per le parole.
"Mi piace""Mi piace"
Mi piace, davvero.
"Mi piace""Mi piace"
grazie Paolo
"Mi piace""Mi piace"
Carlotta non scrivi più ?
"Mi piace""Mi piace"