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E’ così ogni anno. Preludi di incertezza a infine il passaggio di testimone, rapido e non proprio indolore. Ci sarà sempre e comunque un giorno preciso in cui ci si rende conto, con stupore, che i maglioni di lana nel nostro cassetto non possono più essere indossati per andare in ufficio. E nemmeno il cappotto a doppio petto.

“Cosa mi metto? Mi vesto a strati. A strati di cosa? Ci vuole più cotone. Cotone… dov’è?! Eppure mi ricordavo di avere un cardigan beige più leggero…” Apriamo le ante, chiudiamo le panche, cassetti cassettoni, armadi e armadietti. Cerchiamo nelle valigie e anche nei sacchetti. Ma è inutile, perché lo sappiamo che ciò che cerchiamo non è a portata di mano ed il tanto temuto momento va affrontato con coraggio e bel portamento.

C’è un’espressione molto chiara per definire una possibile soluzione a questa situazione, è composta da due parole: cambio (del treno? di valuta?) degli armadi (quelli veri, grandi spaziosi, con grucce e ripiani).

Fa paura, è faticoso e impegnativo, ma occorre rassegnarsi . Armiamoci di badile e spaliamo via la lana, candida come neve: laviamo tutto ciò che c’è da lavare , con cura, tra i delicati, con il programma “lana” in lavatrice o il programma “olio di gomito” nel lavandino (o anche con il programma “lavanderia all’angolo”, vedete voi); impiliamo ogni indumento con rispetto e devozione verso il Natale successivo e componiamo magici bauli o scatoloni da riaprire al prossimo gelo.

Recuperiamo i vestiti in punta di piedi, riavvolgendo il nastro autunnale al contrario: spostiamo gli scheletri e facciamo spazio alle magliette, alle camicie, ai maglioni leggeri, quelli blu, che ricordano il mare, morbidi al vento e pesanti sulle spalle quando si fa sera.

Spacchettare quello che abbiamo confezionato a Settembre, ha un certo fascino e può essere divertente: per chi soffre di amnesie periodiche come i pesci rossi e non ricorda mai cosa indossava l’anno prima, ad esempio, propongo un classico “memory”, in cui l’obiettivo è quello di ritrovare i vestiti della stagione passata, riconoscerli e ri-abbinarli per colore e tipo… Non è divertente? Forse no. Allora pazienza in spalla e fiducia nei benefici dell’estate in arrivo! Sacrifichiamo una domenica e la prossima settimana potremo sfoggiare l’armadio come nuovo e con lui tutto il suo contenuto; lo porteremo in strada e daremo il bentornato al cotone, alle scarpe da tennis, al profumo dell’asfalto dopo la pioggia, alle balle di fieno, alle magliette stese al sole…

Cambiamo l’armadio e forse anche le prospettive; più luce, più tempo, vestiti più leggeri e giornate più lunghe. In verità un cambio di pelle… e un cambio di umore.

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