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Vi siete mai chiesti a cosa servano i post-it? Vi siete mai soffermati su gli usi che se ne possono fare? Pensate forse che siano pratiche note tascabili da lasciare in giro per l’ufficio? No. Credete siano pratici porta messaggi d’amore da far trovare all’amato o all’amata? O ancora meglio, per lasciare un fidanzato o una fidanzata (come insegna Sex and the City)? No. Oppure piccole agende su cui annotarsi le cose da fare…?? Ovviamente no! I post it sono fatti per appiccicarseli in fronte!

Riprendiamo i giochi da tavolo, ma questa volta abbandoniamo dadi e tabelloni: basta un blocchetto di post-it, qualche biro e altri giocatori che non vedano l’ora di scervellarsi fra personaggi celebri, luoghi e cose… C’è chi gioca usando semplici foglietti di carta e nastro adesivo, e contempla solo personaggi famosi come unica categoria. Siete liberi di scegliere: a me piace complicarmi la vita con post-it poco adesivi che non si attaccano in fronte e categorie difficili che rivelano terribili lacune scolastiche.

Seduti attorno al tavolo, si individua un ordine, ad esempio il senso orario; ognuno deciderà la parola per chi siede alla sua sinistra. Conoscere la persona ci può aiutare a ridicolizzarlo meglio o scegliere parole particolarmente legate a lui per fatti realmente accaduti. In caso contrario: viva la casualità!

Scelta la parola, la si scrive sul post-it senza farsi vedere e lo si colloca sulla fronte del giocatore, mollandogli un bel frontino di incoraggiamento, e assicurandosi che l’adesivo tenga. Se ciò dovesse rivelarsi difficile causa famosa zona T del viso (e non mi addentrerò in descrizioni) siete autorizzati a rafforzare il tutto con diversi giri di nastro adesivo; pare vada molto di moda il doppio giro su tutta la testa modello fascia da tennista o atleta olimpico della Magna Grecia.

Quando si è tutti pronti, si può partire! Ogni giocatore ha a disposizione una e una sola domanda per turno a cui è concessa tassativamente solo una risposta a monosillabi: si o no. “Vivo in Italia?” oppure “Sono un uomo?”, e ancora, “Sono vecchio?”. Una serie di quesiti utili a ridurre il campo di ricerca. Qualsiasi altro giocatore può rispondere (anche tutti in coro) ma senza alcuna spiegazione o precisazione, pena la rimozione della fascia adesiva in testa in modalità ceretta a freddo.

Domanda dopo domanda si gira il turno finché tutti hanno indovinato la loro parola; non vince il primo ma perde l’ultimo, che avrà il sommo piacere di rivivere la sensazione dell’esame di maturità, con un plotone d’esecuzione di fronte a cui potere, per una volta, porre lui domande indubbiamente singolari, tipo: “Sono Garibaldi?!”

Ascolta qui la puntata
di "Stasera che sera" letta a Take Away su radio Capital
staserachesera-2012-03-25.mp3 

 

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2 thoughts on “Indovina chi avevi in fronte

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